ESSERE O APPARIRE? Una frase sempre attuale di Ernst Junger recita così:
«Cercando di sembrare ciò che non siamo, cessiamo di essere quel che siamo»: in effetti in un mondo globalizzato, nell’era dei social network e del mostrarsi a tutti i costi, il pericolo di privilegiare l’apparenza rispetto all’essenza è sempre più in agguato.
Non è tutto oro ciò che luccica
L’interrogativo essere vs apparire è, oggi più che mai, vivo e denso di significato, se si pensa che ormai ogni aspetto della nostra vita, dagli abiti scelti, al cibo, alle abitudini e agli amori, sembra inutile e privo di senso se non viene “condiviso” sul web ed esposto agli occhi e al giudizio dei followers.
Chiariamo dunque i termini di questa antica dicotomia essere-apparire, dissidio che caratterizza l’uomo contemporaneo e le generazioni odierne più che mai, divise da un lato tra il bisogno di autenticità, di genuina verità e dall’altro impegnate nello sforzo artificioso di apparire, belli, felici, realizzati e invidiabili.
La finzione di apparire sui social network
Se, come già detto l’uso dei social ci spinge a volerci mostrare a tutti i costi, apparire vuol dire cercare inconsciamente l’approvazione e il riscontro positivo degli utenti, di coloro che sono dall’altra parte dello schermo. Ecco che, in cerca di notorietà, di approvazione, di conforto siamo portati a esibire fino al parossismo un’immagine di noi che non sempre è vicina a quella reale, ma che piuttosto si uniforma a ciò che vorremmo essere e che evidentemente non siamo.
La ragione del voler apparire va sicuramente cercata, come potranno ricordarci sociologi e filosofi, nella natura intrinsecamente sociale dell’essere umano che nella sua vocazione più intima è creato per vivere con gli altri, in comunità o gruppi e per confrontarsi con essi in diverse situazioni di vita.
La maschere dell’apparenza
Tuttavia in molti casi, condizionati dai modelli dominanti, da stili di vita diversi dal nostro che, guarda caso, ci sembrano sempre migliori dei nostri (l’erba del vicino è sempre più verde, recitava un vecchio proverbio) ci lasciamo trasportare da una volontà di essere qualcos’altro o qualcun altro, immedesimandoci in qualcosa che è più vicino ad un ideale rispetto che a ciò che realmente siamo.
E finiamo per indossare una maschera: tanti anni fa fu il noto scrittore siciliano Pirandello a notare come l’essere umano nel mondo moderno sia portato, un po’ per compiacere gli altri, un po’ per paura di ciò che si è veramente e per sopravvivere in un mondo sempre più crudele e falso, a indossare delle maschere, ovvero delle identità fittizie, comode, rassicuranti, che ottengono con facilità il plauso e il favore degli astanti.
Il significato di essere e apparire
Apparire, dunque, come modo di creare dal nulla una nuova identità: diciamo la verità, chi di noi non ha mai ceduto alle tentazione della vanità e dell’autocompiacimento? Magari perché era “figo” farci vedere in quel posto, con quella persona, con quell’abito firmato, a quell’evento.
Essere, dall’altra parte, ovvero dare voce al Sé autentico e non reprimerlo: express yourself, dont’repress yourself, cantava Madonna negli anni Novanta, una che sull’apparire la sa lunga ma che non ha mai esitato a far trasparire, tra un travestimento e una polemica, la sua vera essenza di donna trasgressiva, creativa e piena di energia.
L’essenza di essere
Privilegiare l’essere non è facile nel mondo contemporaneo, bombardati come siamo da immagini, mode, trend e nuovi vip partoriti dalla rete: scegliere di essere rispetto all’apparire soltanto significa imparare a dare voce all’unicità che noi tutti abbiamo, anche a discapito della notorietà e del facile plauso dei più.
Essere significa riconoscere il proprio valore per quello che è, magari anche quando è distante anni luce dai modelli dominanti propinati dal mainstream e ammirati dalle folle bisognose di emulare chi è ricco e famoso. Al contrario, un atteggiamento consapevole e un riconoscimento onesto di chi siamo e delle reali qualità che abbiamo può facilitarci di gran lunga la vita e addirittura far innalzare il nostro livello di autostima: in poche parole, non è imitando gli altri che diventeremo qualcuno ma piuttosto cercando di valorizzare l’unicità che c’è in ognuno di noi.
Impara ad essere semplicemente te stess*
Il bello degli essere umani è che sono tutti diversi e che ognuno ha un suo perché e una sua storia: apparire vuol dire soffocare il Sé per indossare una maschera, compiacere gli altri perché si è stravaganti, strani ed eccentrici. Essere significa riuscire a diventare ciò che siamo sempre stati: ben venga dunque l’estro e la fantasia nel vestire, nel ricercare stili e modelli peculiari, fuori dal comune, eccentrici e bizzarri, purché corrispondano in modo autentico a ciò che veramente sentiamo e non siano, invece, pura e vuota ostentazione, disperato bisogno di apparire.
Concludiamo con il consiglio di cercare il più possibile di dare voce all’unicità preziosa che ognuno conserva dentro di sé, senza ostacolarla o senza provare per essa vergogna, ricordandoci che i caratteri peculiari di ognuno sono sempre irripetibili e degni di essere valorizzati anche quando non combaciano con i modelli classici che la società propone, anche quando sembrano scomodi, strani, “diversi”.
Fotografa: PATRIZIA SOFFIANTI.
In questo look indosso:
- Blusa Roberto Cavalli
- Pantaloni Please
- Camperos vintage vero cuoio
- Occhiali Max Mara
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